
Aspetto di vedere che fine farà il famoso provvedimento Fioroni sul recupero debiti. Al di là comunque del destino del provvedimento, è interessante analizzarne l’esito adesso che l’anno scolastico volge al termine e si vedono i risultati. Il decreto parte dal presupposto di rispristinare un criterio di merito, propone forme e modi efficaci in tal senso e stanzia fondi sufficienti per l’attuazione degli stessi, nonostante le falsità che si sono dette in proposito.
Il problema è che manca un quadro organico in cui inquadrare qualsiasi sforzo, sembra di essere davanti alla parabola del seminatore, con un ministro che sparge semi in un sistema scolastico fatto più di rovi e sassi che di terreno fertile. Mancano cioè scuole solide che siano capaci di assorbire e metabolizzare senza sconvolgimenti le novità, manca un sistema amministrativo di base ben organizzato e anche un sistema fisico (di edifici e strumentazioni) che non abbia bisogno di essere costantemente completato e risistemato. Ho visto scuole comprare computer ogni anno, videoproiettori su videoproiettori, stampanti in bianco e nero e stampanti a colori… ogni volta che si dà il via a un progetto in una scuola, si sente la necessità di partire da zero perché quello che già c’è è, nella maggior parte dei casi, disordinato e mal conservato, e allora ecco che si accumulano computer, stampanti e ritorniamo all’elenco di prima. Per quel che riguarda il sistema amministrativo cito solo l’esempio dei compensi che, stabiliti dal ministero dell’istruzione, vengono poi pagati alcuni dal ministero delle finanze altri da quello dell’istruzione.
Non ho chiaramente le competenze per proporre soluzioni effettive, mi limito a constatare un affastellarsi inutile e pesante di decisioni e finanziamenti che arrivano a destinazione sfibrati. In un sistema più semplice questo non accadrebbe.
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