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Vent’anni fa migliaia di berlinesi, alla notizia che gli abitanti della parte est avrebbero potuto andare a far visita ad amici e parenti dell’ovest, si riversarono in piazza e andarono verso il muro scavalcandolo per riunificarsi ai berlinesi occidentali.
Il muro cadde nella notte e nei giorni successivi. Quell’evento fu l’emblema del crollo del sistema comunista che aveva caratterizzato, insieme all’area NATO, la bipolarizzazione del secondo dopo guerra. Con il crollo del Muro si pensa che sia definitivamente terminata un’epoca dominata da due superpotenze, tanto che Francis Fukuyama - studioso americano - arriva a scrivere un saggio dal titolo “The End of History and the last man (La fine della storia e l'ultimo uomo)”.
Quel muro caduto a Berlino è l’esempio che si può vivere meglio e in pace senza muri.
Quel muro caduto a Berlino non è l’unico nè l’ultimo muro caduto. Mentre molti altri muri sono ancora in piedi e altri sono stati costruiti in questi ultimi anni, c’è un muro che sta crollando in questi giorni. Sta crollando non sotto i colpi di piccone ma grazie alla determinazione e alla caparbietà di un uomo che di mestiere fa il Presidente degli Stati Uniti d’America.
Ieri la Camera ha dato il primo via libera alla riforma sanitaria voluta dal Presidente Obama, ora manca l’ok del Senato, passaggio difficile e complesso ma al tempo stesso storico. Se dovesse essere approvata entro la fine dell’anno la riforma sanitaria che garantisce l’assistenza a circa 50 milioni di americani che oggi ne sono sprovvisti, significherebbe che cadrebbe un altro muro, un muro invisibile fatto di indifferenza, discriminazione ed esclusione. Un muro che divide chi può permettersi di essere curato per quello che ha e chi non se lo può permettere semplicemente perché non ha.
Abbattere tutti i muri: è questo l’obiettivo del XXI secolo, questo è l’obiettivo della generazione nata e cresciuta nel mondo post-ideologico, nel mondo dell’Unione Europea, non della divisione.
Michele Bianco
Il muro cadde nella notte e nei giorni successivi. Quell’evento fu l’emblema del crollo del sistema comunista che aveva caratterizzato, insieme all’area NATO, la bipolarizzazione del secondo dopo guerra. Con il crollo del Muro si pensa che sia definitivamente terminata un’epoca dominata da due superpotenze, tanto che Francis Fukuyama - studioso americano - arriva a scrivere un saggio dal titolo “The End of History and the last man (La fine della storia e l'ultimo uomo)”.
Quel muro caduto a Berlino è l’esempio che si può vivere meglio e in pace senza muri.
Quel muro caduto a Berlino non è l’unico nè l’ultimo muro caduto. Mentre molti altri muri sono ancora in piedi e altri sono stati costruiti in questi ultimi anni, c’è un muro che sta crollando in questi giorni. Sta crollando non sotto i colpi di piccone ma grazie alla determinazione e alla caparbietà di un uomo che di mestiere fa il Presidente degli Stati Uniti d’America.
Ieri la Camera ha dato il primo via libera alla riforma sanitaria voluta dal Presidente Obama, ora manca l’ok del Senato, passaggio difficile e complesso ma al tempo stesso storico. Se dovesse essere approvata entro la fine dell’anno la riforma sanitaria che garantisce l’assistenza a circa 50 milioni di americani che oggi ne sono sprovvisti, significherebbe che cadrebbe un altro muro, un muro invisibile fatto di indifferenza, discriminazione ed esclusione. Un muro che divide chi può permettersi di essere curato per quello che ha e chi non se lo può permettere semplicemente perché non ha.
Abbattere tutti i muri: è questo l’obiettivo del XXI secolo, questo è l’obiettivo della generazione nata e cresciuta nel mondo post-ideologico, nel mondo dell’Unione Europea, non della divisione.
Michele Bianco
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