Nelle ultime settimane di campagna elettorale la
Lombardia è stata definita da più parti, dagli editoriali dei quotidiani alle
chiacchiere da bar, come l'Ohio italiano, ossia come quella Regione decisiva
per il risultato finale. Credo però che la Lombardia possa e debba
essere il nostro Ohio non solo sul piano numerico, ma soprattutto che possa e
debba essere la regione italiana dalla quale venga quel netto segnale di
cambiamento e di svolta politica di
cui l'intero Paese ha tanto bisogno.
È certamente vero che, come è sempre bene ripetere
e far capire agli elettori, questa legge elettorale è talmente particolare (per
non dire assurda) da rendere le elezioni per la Camera e il Senato come due
cose diverse e distinte, con il potenziale paradosso
che i due rami del Parlamento vedano il prevalere di 2 schieramenti diversi (con
buona pace del valore della governabilità!)...
I seggi senatoriali sono attribuiti su base regionale e la Lombardia è la
Regione che ne assegna di più: 27 alla coalizione più votata e 14 da dividersi
tra gli altri. Anche solo per il dato numerico mi pare quindi
evidente che permettere alla coalizione di destra di arrivare prima al Senato in
Lombardia sarebbe quantomeno pericoloso e potrebbe determinare l'impossibilità
per il centrosinistra di formare un governo forte e capace di guidare il Paese
nella prossima legislatura e di condurlo fuori dalla crisi, attraverso le
scelte necessarie per favorire la ripresa economica, senza trascurare la coesione, l'equità sociale e la tutela dei diritti fondamentali. Ma oltre che rischioso sul piano numerico,
consentire la vittoria della destra in Lombardia sarebbe irresponsabile e
frutto di un'inaccettabile amnesia
collettiva rispetto a quanto successo nel recente passato e alle
responsabilità di chi ha portato l'Italia e la Lombardia nella profonda
situazione di crisi economica e morale in cui ci troviamo.
Non è possibile che in una delle aree più
importanti del Paese si riconfermi chi ha profondamente fallito finora e che
ora fa promesse e “proposte shock” come fosse il nuovo che avanza!
Il centrodestra ci ha portato sull'orlo del
fallimento, dapprima sottovalutando e poi non affrontando e aggravando una
crisi economica e finanziaria (in corso almeno dal 2008) attraverso
sciagurate scelte economiche, fino a quando non ha dovuto lasciare il governo
alla fine del 2011, quando la situazione era così drammatica da risultare
persino a rischio il pagamento delle pensioni e degli stipendi pubblici. Sono
passati solo 13 mesi, non si può non ricordare..
Oltre ai fallimenti dal punto di vista economico, ci tengo a sottolineare
quelli dal punto di vista della credibilità
internazionale, della legalità e della moralità. Chi come me ha fatto esperienze all'estero conosce
bene la domanda che puntualmente ci si sentiva rivolgere come italiani
"Perché votate Berlusconi?" e credo che sarà difficile dimenticare
scene come quella al Parlamento UE con Schulz, la foto ufficiale con le corna,
il rimprovero pubblico della Regina Elisabetta e i sorrisi di scherno durante
la conferenza stampa di Sarkozy e Merkel (non proprio due comunisti).
Sotto il profilo della legalità e della moralità il degrado del berlusconismo è
stato, se possibile, ancora maggiore. Il loro leader è un modello negativo
imbattibile, ma candidare, far eleggere e ricandidare indagati, condannati o
comunque soggetti con una certa propensione a commettere reati una volta eletti,
è diventata un'avvilente abitudine che ha contribuito al distacco dalle istituzioni
e all'affermarsi dell'anti-politica sempre più diffusa.
Davvero emblematico e ridicolo è stato il momento della formazione delle liste
elettorali della destra: non candidare persone come Dell'Utri o Cosentino
non è un atto dovuto senza mezzi termini o esitazioni, ma "un sacrificio
chiesto a degli amici"! E i leghisti che fino a poco fa salivano sui
palchi con le scope fingendo di volere pulizia dopo lo scandalo dei rimborsi e
dei diamanti di Belsito e del "cerchio magico", ora sono di nuovo
puntualmente alleati con il PdL, con Berlusconi leader/premier, con le novità,
da non dimenticare, di Scilipoti e Razzi in lista, e ricandidano Bossi.
“Trova le differenze”: noi abbiamo fatto le primarie per scegliere
Bersani candidato premier, per i nostri Parlamentari e per Ambrosoli
candidato alla Presidenza della Regione. Loro hanno ripulito solo in parte e malvolentieri.
Peraltro,
la simpatica e "curiosa" alleanza è così composta: Pdl - Lega Nord
– Grande Sud -Fratelli d'Italia – MpA - La Destra – Pensionati - Intesa
Popolare - Moderati in Rivoluzione - Basta Tasse - Liberi da Equitalia - Lista
del Popolo - Rinascimento Italiano. Sembra una battuta, uno scherzo ma non lo
è. E' tutto vero, purtroppo…
In un
paese normale questa coalizione non arriverebbe al 10%, ma in Italia, come al
solito "caso particolare", rischia di arrivare addirittura sopra il
20%. Per
fortuna stavolta perderanno, perché gli italiani amano le promesse e le
speranze, ma non sono più disposti a farsi prendere in giro!
È
importante però che i Lombardi non si dimostrino più ingenui, creduloni e
soprattutto smemorati degli altri cittadini italiani e che anch’essi votino in
maggioranza per il Partito Democratico, l'unico partito capace di
vincere queste elezioni e di proporre un governo nazionale e regionale
veramente diversi da quelli espressi dallo sciagurato asse Pdl-Lega.
Soprattutto per il Senato, dove lo sbarramento è all'8%, dare voti ai piccoli
partiti significa automaticamente toglierne all’unica vera possibile
alternativa di quella grande ammucchiata e mettere a rischio la possibilità di
vittoria. Se l'obiettivo è battere
la destra (o quel che ne rimane) e garantire una maggioranza forte e capace di
governare, bisogna votare PD alla Camera e soprattutto al Senato, e soprattutto
in Lombardia!
La
nostra Regione, però, come ho detto, non è solo l'Ohio italiano per il profondo
cambiamento del governo nazionale, ma anche quella che va al voto per il suo governo regionale, dove la partita è
altrettanto importante e ancor più indecisa.
Maroni tenta di presentarsi come quello nuovo e
pulito delle "ramazze" e Ambrosoli è forse ancora poco noto, eppure
la scelta è molto semplice: Ambrosoli è un avvocato penalista molto
stimato, anche per il suo impegno nella società civile, e ha dato la sua
disponibilità per favorire un cambiamento anche in Lombardia accettando di
impegnarsi in politica. Ambrosoli non ha creato un partito ma è stato indicato
dal PD e da altre forze politiche e sociali come una figura nuova, pulita e
capace di aggregare e di rappresentare il centrosinistra lombardo. È stato
legittimato dalle Primarie che ha vinto e, con la sua lealtà, con la sua
trasparenza di persona per bene, con la sua preparazione e con la sua indipendenza dagli apparati e da certi
centri di potere, è riuscito in poco tempo ad aggregare il consenso e ad
ottenere l'appoggio di diversi ambienti politici, sociali ed economici
lombardi, dall'imprenditoria all'estrema sinistra. Maroni è invece da vent'anni un ministro del
governo Berlusconi, da sempre con la Lega al fianco di Formigoni nella
malagestione della Lombardia, rappresenta ed è la continuità con il passato...
Non certo il futuro né dell'Italia né della Lombardia!
Per l'Italia chiudere con il passato è importante,
ma lo è altrettanto per la Lombardia, dove Formigoni, il malaffare, la Lega e
CL hanno imperversato senza interruzioni. Ora l'occasione è storica: dal vecchio al nuovo!
Non si può e non si deve ignorare che la Lombardia negli ultimi anni ha vissuto
una lunga serie di scandali e non è certo stata amministrata bene: tutti i
servizi primari (trasporti, sanità, istruzione ecc) sono peggiorati mentre
corruzione e clientelismo sono dilagati. L'Expo
2015 è un evento troppo grande e importante che rischia di fallire se
lasciato in mano a PdL e Lega che non hanno saputo gestirlo finora; Occorre
invece fare dell'Expo una preziosa occasione di rilancio economico e di
immagine della Lombardia e dell'Italia intera!
Serve una forte discontinuità col
passato perché i problemi non possono certo essere risolti da Maroni, Salvini e
Formigoni che sono esattamente le stesse persone che hanno guidato la Lombardia
sin qui.
Mancano tre settimane al voto. La campagna elettorale
è aperta e la sfida difficilissima, ma è un'occasione importantissima per
cambiare veramente l'Italia e la Lombardia, che non va assolutamente persa.
Noi Giovani Democratici ci impegneremo senza sosta a
Lecco e in provincia e chiediamo di fare altrettanto a tutti coloro che
vogliono questa vittoria e questo riscatto italiano e lombardo. Occorre che
ciascuno si attivi in un “porta a porta” per convincere amici, conoscenti e
soprattutto gli indecisi a votare PD
sia per il Parlamento che per la Regione Lombardia. Perché questo è l'Ohio
italiano e molto di più. E noi dobbiamo
e vogliamo vincerlo!
Vittorio Gattari - Segretario Circolo GD Lecco
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