
Ok, perso si è perso; e per dirla tutta si è perso anche troppo. La punizione inflittaci è fin troppo dura. Ma tant'è, da qui dobbiamo ripartire, e ripartiremo.
Già ripartire da qui (lo dicono tutti ovviamente) ma per andar dove e come, le due cose si tengono e sono entrambe decisive.
Sono giorni che ci penso e ho come l'impressione che la rivoluzione portata dal Pd si sia fermata a metà. Voglio dire, abbiamo rotto la vecchia coalizione (bene!), abbiamo cambiato leader – uno che con la comunicazione ci sa fare – (molto bene!), abbiamo cambiato parole d'ordine e scritto un programma breve e chiaro (benissimo!!), ma allora cosa non ha funzionato, dove il Pd non ha convinto? Certo, è evidente che i terribili ultimi due anni anni di Governo hanno contribuito, che al centro non abbiamo convinto nessun nuovo elettore, che la spazzatura di Napoli era un'altra campagna elettorale a favore dei nostri avversari, che il miraggio di una cordata italiana per Alitalia faceva gola a molti e che il sogno di vedere Ronaldinho al Milan ha allettato tutti gli amanti del bel calcio ma, insomma, nove punti son nove punti: tre milioni e mezzo di voti, non bruscoletti.
Dicevamo, quindi, da dove ripartire? Facciamolo dalle cose buone fatte fino ad oggi e da tutte quelle persone che hanno voglia di rischiare qualcosa, anche del proprio, nel futuro e non solo voglia di poltrone e posti sicuri in istituzioni o cda qualsiasi purchè ci sia titolo e prebenda...
Ripartiamo da Veltroni, dal programma semplice e chiaro, dai giovani che entusiasti si sono avvicinati al Pd in campagna elettorale, dalle primarie come strumento costante di scelta dei candidati, dalle donne, dal confronto continuo tra circoli e tra circoli e popolazioni locali, ripartiamo dai Sindaci che ogni giorno dimostrano la buona amministrazione della cosa pubblica di cui siamo capaci, dal confronto interno inteso come momento di crescita, dalle idee elaborate in casa nostra e sul territorio, dalle feste organizzate che fanno comunicazione, autofinanziamento trasparente e convivialità, dal contatto con i cittadini con metodi comunicativi tradizionali mixati con quelli innovativi.
Ripartiamo dalla politica appassionata, fatta con idee e volti nuovi e torniamo a chiedere la fiducia degli elettori, presentando veramente un partito nuovo.
Secondo me questo cambiamento deve ancora avvenire totalmente: bisogna cambiare veramente le facce, qualcosa si è sicuramente fatto, ma rimangono i vari Fassino, D'Alema, che vedevamo nelle foto in bianco e nero, lo stesso francheschini, al senato e alla camera i capigruppo son gli stessi.....
RispondiEliminaUn altro punto da rivedere è la strategia: non si può pensare ad una campagna non all'attaco se l'avversario possiede tre dei maggiori canali televisivi, pacchi e pacchi di giornali ecc
e non demonizziamo il passato governo!