SABATO 25 OTTOBRE MANIFESTAZIONE STUDENTESCA IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
Cosa prevede il decreto Gelmini/Berlusconi/Tremonti?
- tagli alla scuola pubblica per 8 miliardi di euro
- 87.000 licenziamenti tra i professori insieme a 43.000 del personale ATA
- chiusura delle scuole con meno di 50 alunni ed accorpamento di quelle sotto ai 500
- riduzione delle ore di insegnamento
- le superiori e le università condannate a divenire fondazioni private
GIU' LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA!
facciamo sentire la nostra voce
Il corteo partirà alle 8.30 di sabato 25 da piazza Armando Diaz, di fronte alla stazione ferroviaria di Lecco.
Guardando i corridoi della tua scuola ti puoi accorgere di numerosissime iniziative, progetti, campagne, finanziati dal ministero dell’istruzione. Completamente inutili. Ogni anno vengono buttati milioni di euro in attività che restano sconosciute a docenti, studenti, genitori e che perlopiù hanno finalità limitate e spesso fuori dalla realtà. Ma lo spreco non finisce con queste attività, continua in numerosissimi organismi falsamente rappresentativi, in infinite consulenze e via dicendo. Di fronte a tutto questo il governo, per risparmiare, sceglie di tagliare il numero di docenti e di personale ata, sceglie di chiudere le scuole con meno di 300 studenti, taglia i fondi per lo studio (quello vero). Insomma, invece di razionalizzare le spese, taglia i finanziamenti e ributta indietro di 60 anni la scuola italiana. La scuola elementare, tra le prime in Europa per la qualità dell’insegnamento, viene stravolta reintroducendo il maestro unico e diminuendo quantità e qualità del tempo pieno. Allo stesso modo si mette in discussione il tempo prolungato alle scuole medie. Diminuisce la qualificazione degli insegnanti delle scuole superiori introducendo il principio per cui un insegnante di chimica ad esempio, dal momento che ha dato alcuni esami di matematica quando era all’università, può insegnare eventualmente anche matematica. Le università vengono trasformate in fondazioni, cioè in istituti che devono cercare, con il loro operato, di attirare investimenti privati. La didattica quindi smette di essere funzionale alla creazione del sapere e diventa un mezzo con cui essere competitivi e attirare finanziamenti. Tutto questo viene fatto in fretta e furia, con provvedimenti che non vengono discussi dal parlamento bensì fatti approvare con un voto di fiducia. Di fronte a questo attacco alla scuola vogliamo riaffermare con forza un’idea difficile da accettare ma necessaria: dal punto di vista strettamente economico la scuola deve essere un settore in perdita, bisogna accettare che gli investimenti nell’istruzione siano ripagati solo dopo molti anni da una generazione che grazie a quegli investimenti si è formata e si è resa qualificata. Non è trasformando le università in fondazioni che il bilancio della scuola va in pari, bensì capendo che i soldi spesi per la scuola da semplici studenti ci fanno diventare cittadini consapevoli. Forse è proprio questo che spaventa la Gelmini.
Lorenzo
Cosa prevede il decreto Gelmini/Berlusconi/Tremonti?
- tagli alla scuola pubblica per 8 miliardi di euro
- 87.000 licenziamenti tra i professori insieme a 43.000 del personale ATA
- chiusura delle scuole con meno di 50 alunni ed accorpamento di quelle sotto ai 500
- riduzione delle ore di insegnamento
- le superiori e le università condannate a divenire fondazioni private
GIU' LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA!
facciamo sentire la nostra voce
Il corteo partirà alle 8.30 di sabato 25 da piazza Armando Diaz, di fronte alla stazione ferroviaria di Lecco.
Guardando i corridoi della tua scuola ti puoi accorgere di numerosissime iniziative, progetti, campagne, finanziati dal ministero dell’istruzione. Completamente inutili. Ogni anno vengono buttati milioni di euro in attività che restano sconosciute a docenti, studenti, genitori e che perlopiù hanno finalità limitate e spesso fuori dalla realtà. Ma lo spreco non finisce con queste attività, continua in numerosissimi organismi falsamente rappresentativi, in infinite consulenze e via dicendo. Di fronte a tutto questo il governo, per risparmiare, sceglie di tagliare il numero di docenti e di personale ata, sceglie di chiudere le scuole con meno di 300 studenti, taglia i fondi per lo studio (quello vero). Insomma, invece di razionalizzare le spese, taglia i finanziamenti e ributta indietro di 60 anni la scuola italiana. La scuola elementare, tra le prime in Europa per la qualità dell’insegnamento, viene stravolta reintroducendo il maestro unico e diminuendo quantità e qualità del tempo pieno. Allo stesso modo si mette in discussione il tempo prolungato alle scuole medie. Diminuisce la qualificazione degli insegnanti delle scuole superiori introducendo il principio per cui un insegnante di chimica ad esempio, dal momento che ha dato alcuni esami di matematica quando era all’università, può insegnare eventualmente anche matematica. Le università vengono trasformate in fondazioni, cioè in istituti che devono cercare, con il loro operato, di attirare investimenti privati. La didattica quindi smette di essere funzionale alla creazione del sapere e diventa un mezzo con cui essere competitivi e attirare finanziamenti. Tutto questo viene fatto in fretta e furia, con provvedimenti che non vengono discussi dal parlamento bensì fatti approvare con un voto di fiducia. Di fronte a questo attacco alla scuola vogliamo riaffermare con forza un’idea difficile da accettare ma necessaria: dal punto di vista strettamente economico la scuola deve essere un settore in perdita, bisogna accettare che gli investimenti nell’istruzione siano ripagati solo dopo molti anni da una generazione che grazie a quegli investimenti si è formata e si è resa qualificata. Non è trasformando le università in fondazioni che il bilancio della scuola va in pari, bensì capendo che i soldi spesi per la scuola da semplici studenti ci fanno diventare cittadini consapevoli. Forse è proprio questo che spaventa la Gelmini.
Lorenzo
Scusate se non centra nulla con l'argomento, tuttavia devo dire che trovo stucchevole il fatto che la libertà che lasciamo nell'autopubblicazione dei commenti ( perché quì non c'è censura ) venga utilizzato da alcune persone per prendere in giro o che fare la morale. Per cortesia, evitate. Perché non tutti i blog lasciano la libertà che Noi abbiamo deciso di lasciare, come non in tutti i gruppi politici, o comunque che si occupano della sfera pubblica, c'è la stessa libertà di pensiero e parola,nonché l'assoluta parità dei membri.
RispondiEliminaSe avete bisogno di sentirvi migliori o in qualche modo superiori prendendo in giro, vi pregherei di prendere carta e penna e dedicarvi al vostro diario.