Caro Barack,
ci siamo. Dopo quasi due anni di campagna elettorale, centinaia di migliaia di Km percorsi, milioni di dollari spesi e decine di migliaia di volontari impegnati per mesi, si vota. Si vota per scegliere il Presidente degli Stati Uniti d'America, ma l'elezione non riguarda solo gli americani.
A quest'elezione si sono appassionati milioni di europei e tutti i media del mondo. Anche i giovani Democratici di Lecco ti hanno seguito, hanno sofferto con te, si sono appassionati alle tue vittorie, hanno scoperto le tue idee, hanno letto la tua biografia “L'audacia della speranza”, hanno imparato a conoscere i problemi di quest' America attraversata dalla più grave crisi economica dal 1929 ad oggi.
Vedi Barack, in Italia non è mai successo che un 47enne si candasse alla Presidenza del Consiglio. In Italia abbiamo politici vecchi che non contemplano il fatto di ritirarsi a fare altro, di solito la scusa buona è: “Io sono più giovane di molti giovani in circolazione”, la verità è che non sanno fare altro.
Tu hai investito moltissimo sulla campagna via internet, hai utilizzato Facebook – quando da noi molti politici non sanno nemmeno cos'è – e tutti gli altri social network e piattaforme internet. Hai fatto comizi con cento, duecento mila persone, sei venuto in Europa e a Berlino più di trecento mila giovani ti hanno eletto icona della generazione nata politicamente, e in alcuni casi anagraficamente, dopo la caduta del muro di Berlino.
C'è stato anche qualche stronzo, in realtà, che ha pensato – e qualcuno lo pensa ancora – di ucciderti per il colore della tua pelle. Ecco, su questo abbiamo un punto in comune. Anche in Italia c'è un ragazzo giovane che è ormai icona di una generazione di giovani che amano il proprio paese; si chiama Roberto Saviano e ha fatto più male lui alla camorra con un libro, che tanti anni di parole e belle promesse di politici che spesso si scopriva essere collusi. Ecco anche lui si ritrova a vivere sotto scorta perchè quattro stronzi gli vorrebbero fare la pelle. Ma a sostenerlo ci sono centinaia di migliaia di italiani onesti che vogliono un paese migliore.
Caro Barack, in conclusione, tra martedì e mercoledì soffriremo – speriamo poco – e gioiremo – speriamo tanto – con te davanti ai teleschermi. La tua vittoria non cambierà solo il tuo paese, ma aiuterà anche noi a far capire che non si può essere stati, nella propria vita, dirigenti del Partito Comunista Italiano e, dopo trent'anni, essere dirigenti del Partito Democratico.
Noi, intanto, il 5 novembre ci “accontenteremmo” di festeggiare la tua vittoria.
In bocca al lupo, Barack, noi ne siamo convinti, parafrasando il tuo motto: “Yes, you can”.
Michele Bianco
ci siamo. Dopo quasi due anni di campagna elettorale, centinaia di migliaia di Km percorsi, milioni di dollari spesi e decine di migliaia di volontari impegnati per mesi, si vota. Si vota per scegliere il Presidente degli Stati Uniti d'America, ma l'elezione non riguarda solo gli americani.
A quest'elezione si sono appassionati milioni di europei e tutti i media del mondo. Anche i giovani Democratici di Lecco ti hanno seguito, hanno sofferto con te, si sono appassionati alle tue vittorie, hanno scoperto le tue idee, hanno letto la tua biografia “L'audacia della speranza”, hanno imparato a conoscere i problemi di quest' America attraversata dalla più grave crisi economica dal 1929 ad oggi.
Vedi Barack, in Italia non è mai successo che un 47enne si candasse alla Presidenza del Consiglio. In Italia abbiamo politici vecchi che non contemplano il fatto di ritirarsi a fare altro, di solito la scusa buona è: “Io sono più giovane di molti giovani in circolazione”, la verità è che non sanno fare altro.
Tu hai investito moltissimo sulla campagna via internet, hai utilizzato Facebook – quando da noi molti politici non sanno nemmeno cos'è – e tutti gli altri social network e piattaforme internet. Hai fatto comizi con cento, duecento mila persone, sei venuto in Europa e a Berlino più di trecento mila giovani ti hanno eletto icona della generazione nata politicamente, e in alcuni casi anagraficamente, dopo la caduta del muro di Berlino.
C'è stato anche qualche stronzo, in realtà, che ha pensato – e qualcuno lo pensa ancora – di ucciderti per il colore della tua pelle. Ecco, su questo abbiamo un punto in comune. Anche in Italia c'è un ragazzo giovane che è ormai icona di una generazione di giovani che amano il proprio paese; si chiama Roberto Saviano e ha fatto più male lui alla camorra con un libro, che tanti anni di parole e belle promesse di politici che spesso si scopriva essere collusi. Ecco anche lui si ritrova a vivere sotto scorta perchè quattro stronzi gli vorrebbero fare la pelle. Ma a sostenerlo ci sono centinaia di migliaia di italiani onesti che vogliono un paese migliore.
Caro Barack, in conclusione, tra martedì e mercoledì soffriremo – speriamo poco – e gioiremo – speriamo tanto – con te davanti ai teleschermi. La tua vittoria non cambierà solo il tuo paese, ma aiuterà anche noi a far capire che non si può essere stati, nella propria vita, dirigenti del Partito Comunista Italiano e, dopo trent'anni, essere dirigenti del Partito Democratico.
Noi, intanto, il 5 novembre ci “accontenteremmo” di festeggiare la tua vittoria.
In bocca al lupo, Barack, noi ne siamo convinti, parafrasando il tuo motto: “Yes, you can”.
Michele Bianco
Ora vado a letto e spero di svegliarmi nel giorno che cambierà la storia.
RispondiEliminaYes he did !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaComplimenti Signor Presidente degli Stati Uniti d'America, ce l'hai fatta. Hai realizzato il tuo sogno e i sogni di milioni di cittadini di un mondo che ha urgente bisogno di essere cambiato. Ora saremo al tuo fianco nel lungo e difficile cammino verso il cambiamento. Grazie per la splendida lezione di coraggio politico.
RispondiEliminache magnifica nottata. Oggi abbiamo visto la Storia scorrere.
RispondiEliminaChi si metterà a dire, e qualcuno lo farà, che ci stiamo appropriando di una vittoria altrui...bé, dice una balla.
Noi festeggiamo perchè Oggi ha vinto un presidente Nero,ha vinto l'ottimismo, il coraggio, la voglia del cambiamento nei confronti del conservatorismo che ha segnato gli ultimi anni.
Oggi hanovinto il progresso e la libertà.
Ora a noi tocca prendere l'entusiasmo e coniugarlo nella nostra cara Italia
Ha vinto parlando di pace, diritti civili, energie rinnovabili, istruzione e sanità pubblica: ci insegna che non è inseguendo le destre che si prendono più voti ma dimostrando davvero il coraggio di cambiare.
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