3 febbraio 2009

IL PD E LE LISTE CIVICHE










In questi periodo mi chiedo sempre più spesso quale debba essere il ruolo del PD nelle prossime elezioni amministrative. E’ innegabile che, se vogliamo sperare di vincerle, dobbiamo conquistare i voti anche di quegli elettori che alle ultime elezioni politiche hanno votato per il centrodestra altrimenti non raggiungeremo l’obiettivo. E questa è un ragionamento banale e puramente matematico! Allora la parola d’ordine sembra essere lista civica senza riferimento al partito. All’ultima assemblea provinciale ho sentito più di una persona dire invece che i sindaci uscenti e i candidati sindaci non devono avere remore e manifestarsi come iscritti o sostenitori del PD, non devono vergognarsene. Ma io non sono convinta questa sia la scelta migliore in questo momento; credo infatti che i candidati sindaci debbano lasciare l’aspetto politico in secondo piano. Non si tratta di vergognarsi del partito, di opportunismo o di volersi nascondere ma, dal mio punto di vista,  l’obiettivo per i candidati deve essere quello di riuscire a rappresentare una fetta di elettorato più ampia rispetto a quella che vota il centrosinistra. E questo lo si deve fare valorizzando la competenza, la conoscenza delle problematiche del territorio e i valori in cui si crede più che l’appartenenza ad un partito. Ed allora il PD deve lasciare che le cose vadano da sole rischiando magari che persone iscritte si trovino in liste contrapposte? Non ho una risposta a questa domanda.

Di una cosa però sono sicura e cioè che il partito possa e debba svolgere un ruolo importante:

-       lavorando  alla stesura dei programmi facendo in modo che i valori del PD siano declinati in proposte concrete a livello locale;

-       promuovendo il coordinamento dei sindaci, necessario a mio modo di vedere anche tra sindaci di aree politiche diverse ma, a maggior ragione, tra sindaci facenti riferimenti allo stesso partito politico.

Lo so che non c’è una risposta unica per la questione che ho posto e che ogni situazione deve essere valutata singolarmente ma mi pare interessante, a pochi mesi dal voto, condividere  una riflessione sull’argomento.

 

Chiara

 

3 commenti:

  1. Secondo me le liste civiche sono problematiche. La capacità di comprendere il territorio deve venire dal partito e avvenire nel partito. Esistono realtà non partitiche a livello cittadino che però devono convivere con il partito, non annullarlo in una lista civica. Esistono modi diversi di concepire la politica, l’economia, il territorio, e questi modi sono rappresentati dai diversi partiti: il particolarismo espresso dalle liste civiche non giova alla chiarezza. Certo, adesso come adesso è pesante per un candidato sindaco credibile presentarsi con un simbolo di un partito che di credibilità ne ha persa parecchia ma non credo che la soluzione sia la lista civica, infatti:
    a) quel candidato, con la sua serietà, può contribuire all’immagine del partito
    b) se il problema è la credibilità del partito bisogna cominciare una riflessione sul partito stesso e non “rifugiarsi” in una lista civica pur essendo iscritti al partito
    Capisco che sia pesante (questo esula un po’ da quello che tu Chiara dici) per un candidato a sindaco di Lecco presentarsi col simbolo del partito che candida la Iervolino, ma allora bisogna riflettere se ha senso stare in quel partito. Starci e candidarsi con qualcos’altro è un po’ un arrendersi. Chiaramente l’argomento è ben più complesso ma ora mi blocco per evitare commenti troppo lunghi.

    RispondiElimina
  2. a proposito di liste civiche e pd..io non ho certezze su quale possa essere la formula giusta. Penso innanzitutto che nei paesi piccoli dove la dimensione locale è particolcarmente accentuata sia del tutto normale che si presentino liste denominate “vivere Oggiono” o “insieme per Barzago” anzichè liste con simboli del PD o con falce e martello. Se fossi sindaco/candidato sindaco, ma per fortuna di tutti -mia compresa- non lo sono, penserei a costruire un gruppo di persone senza preoccuparmi più di tanto di fare un monocolore PD o qualcosa di simile. Una lista civica che si richiama al paese e non al partito, più facilmente valorizza l’attaccamento che una persona ha nei confronti del suo paese e/o nei confronti della comunità nella quale vive. E poi non è detto che tutti siano contenti di fare parte di una lista sotto il simbolo del PD, infatti ci sono anche quelli (tanti di questi tempi..) che non vogliono essere etichettati come appartenenti al PD, vuoi perchè non votano, vuoi perchè sono estremisti di sinistra vuoi perchè votano per il PD ma non ne sono entusiasti e non vogliono apparire come “organici” a quel partito e via dicendo. Detto questo, anche se costruisco una lista civica cercherei comunque di non metterci dentro tutto e il contrario di tutto ma mi impegnerei a trovare persone in grado di dare una prospettiva PROGRESSISTA alla futura amministrazione comunale. La lista deve parlare di programmazione urbanistica del comune e non di cementificazione/speculazione, deve pensare ad uno sviluppo edilizio compatibile con l’ambiente e con le infrastrutture, deve avere un’idea condivisa su come affrontare nel proprio piccolo il tema dell’immigrazione e deve fare dei servizi sociali il proprio fiore all’occhiello. La mia squadra parla di cultura e non di quaderni padani, programma le giornate ecologiche e non si accontenta di distribuire qualche volantino sulla raccolta differenziata. La mia lista si batte per potenziare il servizio dell’istruzione e per favorire luoghi di aggregazione (solo per citare alcuni temi). E’ sulla capacità a fare questo e a presentare persone conosciute e credibili che vincerò la sfida con le liste del centrodestra. La gente valuta innanzitutto e soprattutto queste nostre capacità/credibilità prima ancora di chiedersi a quale partito siamo iscritti. Stefano Motta a Brivio ha preso il 65%. Volete che i briviesi di centrodestra non sapevano della sua militanza nel PD? A Barzago governiamo da 15 anni con 2 iscritti ai DS, a Osnago governa uno degli esponenti più in vista del PD. Se Chiara Narciso si candida sindaco a Oggiono, tutti sanno già in quale partito milita. Se posso dire 2 cose sulla mia esperienza personale, nel 2005 a Calco tutti sapevano della mia militanza in Sinistra Giovanile. Sui tabelloni elettorali avevo persino attaccato degli A3 preparati da Veronica dove si invitavano gli elettori dei DS a darmi la preferenza. Alla fine mi hanno votato anche dei leghisti e parecchi ex-DC che SAPEVANO BENISSIMO della mia collocazione a sinistra. A mio modestissimo e inesperto parere, non vedo dove stia il problema. Quanto al ruolo del PD, se fossi Sindaco mi preoccuperei di avere alle mie spalle un circolo cittadino in grado di supportare l’azione della giunta attraverso volantinaggi, propaganda, incontri pubblici sulle principali tematiche affrontate dalla giunta. Un circolo che aiuta la giunta a comunicare con i cittadini favorendo una maggiore concoscenza delle cose migliori fatte da sindaco e maggioranza. Il circolo deve essere anche un luogo dove gli amministratori di area PD si confrontano con i militanti e con gli altri iscritti al partito sull’idea del paese con la dovuta distinzione di ruoli e competenze e senza interferenze indebite sulle scelte amministrative. Sicuramente il PD dovrà anche “lavorare alla stesura dei programmi” e “promuovere il coordinamento dei sindaci”.
    enrico-valto

    RispondiElimina
  3. E' una valutazione difficile. Per quanto riguarda la questione liste civiche concordo con il valto: per le liste comunali non bisogna tanto pensare agli schieramenti dei partiti, quanto alla rappresentanza del proprio paese, alle persone che nel paese hanno voglia di impegnarsi per la comunità e che condividono dei principi comuni pur non essendo militanti di alcun partito. Quindi l'importante è dimostrare di essere competenti, di conoscere ed affrontare i problemi del paese ecc e di certo l'elettorato premierà.
    Il problema piuttosto è: come recuperare credibilità a livello nazionale di questo partito? Perchè a me pare che la questione posta all'assemblea fosse anche questa: dobbiamo allontanare gli elettori dall'idea che a hanno del partito a livello nazionale e far capire loro che sul territorio ci sono persone che si sbattono e fanno cose giuste, e che magari loro stessi hanno anche votato nel proprio paese. Per non collegare il PD solo alle facce di Veltroni e D'Alema con tutto ciò che questo comporta. Questo secondo me si può fare indipendentemente dalle liste civiche.

    RispondiElimina