3 luglio 2008

VOGLIO ESSERE LIBERO

Fascisti-di-merda-Comunisti-del-cazzo-vaffanculo-nano-pelato-
stupratore-assassino-leghista-ignorante-ladro-tito-ci-ha-insegnato-
che-ammazzare-un-fascista-non-è-reato-mussolini-ci-ha-insegnato-
che-ammazzare-chi-è-di-sinistra-non-è-reato-quelli-di-forza-italia-sono-dei-
mafiosi-rottinculo-i-democratici-sono-i-nuovi-democristiani-razzista-
ho-la-verità-hai-torto-io-lo-so-tu-non-sai-un-cazzo-di-niente-
intasaculi-faccia-di-merda- … etc …


Le parole scritte sopra sono tutte sintatticamente differenti ma hanno una semantica comune, sono tutte fasciste, dalla prima all’ultima ( che non c’è ma credo che ognuno possa immaginarsi la più opportuna ). Perché mi permetto di dare a tutte queste sopra il significato comune di fascista ? il motivo è che se una persona arriva ad utilizzare una qualsiasi di queste parole (o frasi ) vuol dire che parte dal presupposto di avere la Verità dalla propria parte e tenta di imporla ad un interlocutore, arrivando verso lo starting point dell’escalation della violenza, ovvero la provocazione finalizzata all’imposizione della propria volontà.

Mi hanno insegnato che la storia passa con la velocità dei secondi e che i termini assumono differenti significati in base alla cultura (nel senso ampio del termine, come insieme di simboli condizionati-condizionanti) pur mantenendo una radice che li lega al significato originale. Così anche il termine fascismo è mutato nel tempo, mantenendo come principio primo quello del machismo violento delle squadracce, del pretendere la ragione e se non la si ha, dell'uso legittimo della violenza( sia a livello verbale che fisico ). Detto questo il significato che mi sento di dare alla parola Fascismo è : imposizione della propria idea-volontà all’altro attraverso strumenti autoreferenziali e non logici, finalizzati all’accrescimento del prestigio personale o di gruppo (concreto e fisico ) o di ideologia ( o gruppo astratto ), della propria forza, del proprio sé narcisistico. Stando a questa è paradossalmente facile trovare un non fascista fra ch si dichiara tale e un fascista in chi si dichiara antifascista.

E allora come si fa ad “essere” antifascisti ?

Come ogni cosa bella è pure faticosa da ottenere. L’antitesi di quella definizione che io mi sento di dare di fascismo è l’etica del dialogo; l’accettare di mettere in discussione i propri valori e i propri comportamenti portandoli in dibattito pubblico (concreto ma anche astratto) per costruire assieme ad altre persone una verità collettiva attraverso la razionalità; l’accettare il fatto che la propria verità non è e non sarà mai la Verità.

Purtroppo non basta darsi un nome, serve costruirsi una personalità, passare dal dire io sono, all’essere e dire chi si dice di essere.

Io voglio essere Libero ma la mia libertà è il riflesso di uno specchio della libertà di tutte le persone che mi circondano; e fino a quando non saremo capaci di opporci con la forza della intelligenza e dei sentimenti positivi (l’Amore in primis), fino a quando non saremo in grado di accettare le differenze (di sesso, cultura, lingua, razza, religione e opinione politica), finché ci auto-separeremo da ciò che rapresenta l'altro in senso generale anziché accoglierlo, ascoltarlo e comprendendo le sue ragioni, né io né nessuno potremo chiamarci liberi.

Fascismo è imporsi, antifascismo è capacità di dare spazio, e mentre il primo può attuarlo una persona da sola, il secondo è una sfida che tutti noi dovremmo affrontare, e che dura tutta la vita.


Io voglio essere libero e comincio a dirvelo, spero che anche voi vogliate deporre le armi dell’ideologia, del giusto perché Giusto, dell’ho ragione perché è Vero. Insomma spero che anche voi vogliate essere liberi con me.


An eye for an eye make the whole world blind – Ghandi


Longoni Andrea

10 commenti:

  1. Questo post di Andrea è decisamente tosto! E' molto bello ma non immediato da metabolizzare. Forse per quello che i commenti non sono ancora arrivati! Mi ha colpito una frase è cioè “ fino a quando non saremo capaci di opporci con la forza della intelligenza e dei sentimenti positivi (l’Amore in primis), non potremo chiamarci liberi” . Sembra una frase talmente al di fuori della realtà ed è strano leggerla a proposito di un tema così attuale. Però è vero che in questa società se vogliamo distinguerci da tutti quelli che (da una parte e dall’altra) vogliono imporre con violenza e arroganza le proprie idee dovremo allenarci nell'esercizio continuo e costante dell'intelligenza e perché no anche dai sentimenti positivi. Chissà mai che riusciremo ad essere liberi, antifascisti e anticonformisti allo stesso tempo !!!

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  2. E’ esattamente quello che emergeva durante gli incontri dai giovani comunisti, quando nebuloni affermava che antifascismo è lotta contro ogni forma di totalitarismo per poi dichiararsi stalinista…chiaramente gli mancava qualche passaggio logico o qualche nozione basilare. Mi viene in mente una frase (non ricordo di chi): “lo stato liberaldemocratico non è il migliore degli stati possibili ma è il migliore degli stati reali”

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  3. Chiara, hai assolutamente ragione, la frase è totalmente fuori dalla realtà ma c'è un senso. Queste parole parlano di un'utopia, di quel mondo possibile (o non) in cui mi piacerebbe tanto vivere, di un'etica e di un'estetica sociale, dove lo spazio pubblico è un grande contenitore definito da regole blande, tanto razionali da risultare impercettibili e per questo non costrittive; in cui ognuno possa autodeterminarsi il più possibile. Questo sarebbe fattibile solo in un mondo dove la fredda razionalità si sposa con i sentimenti di solidarietà e socialità (mossi dall'amore per l'altro-diverso), per le quali la lingua in cui parli perde di importanza di fronte al pensiero che esprimi, poiché è quello che contribuisce alla crescita di ognuno e di tutti.

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  4. Premettendo che sono abbastanza d'accordo su quanto scritto da Andrea, penso che in ogni caso esistano le eccezioni. Quando Andrea dice: "[..]il motivo è che se una persona arriva ad utilizzare una qualsiasi di queste parole (o frasi ) vuol dire che parte dal presupposto di avere la Verità dalla propria parte e tenta di imporla ad un interlocutore[..]".

    Per come la vedo io, ci sono dei casi in cui è indubbio che qualcuno abbia la verità dalla propria parte. Infatti quando siamo in presenza di violazioni dei diritti umani, piuttosto che crimini accertati, piuttosto che altri avvenimenti che il buon senso o semplicemente l'istinto umano, ci dice che essi sono sbagliati, noi abbiamo il diritto di agire in modo "fascista" per reprimere le cause di tali avvenimenti. Perchè chi per primo agisce in queste modalità "sbagliate a priori" si trova nel torto, ed è nostro diritto e dovere fermarlo. Pertanto, in questo caso, quando si ha la verità dalla propria parte, usare la forza è considerabile fascista?

    Mi spiego meglio. Io sono un non-violento. Lo sono sempre stato e lo sarò sempre. Ma nel caso in cui mi rendo conto che (e spero non accada mai) l'unico modo per far trionfare la giustizia per le persone oneste e buone, sia quello di usare la violenza contro certi altri individui, in questo caso agirei con la forza e con metodi discutibili.

    Penso quindi che certe volte il fine giustifica i mezzi. Se il fine è il benessere comune, è giusto che tutti si uniscano in lotta per raggiungere questo scopo. Perchè se il benessere comune fosse l'interesse di tutti, in un mondo perfetto, non ci sarebbero i problemi che ci sono nella nostra società. Chi invece non ha cuore il benessere comune, evidentemente la stragrande minoranza delle persone, è giusto che venga per lo meno allontanato dalla comunità.

    In ogni caso, è ovvio che quando si ha di fronte qualcuno che si comporta in maniera fascista, per definizione, il dialogo non sarà mai possibile a meno di utilizzare la stessa lingua, che è quella fascista per l'appunto.

    Mi rendo conto di aver scritto in modo confusionario e chiedo scusa di questo.

    Vorrei sapere cosa ne pensate voi a riguardo.
    Davide

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  5. Lo scritto del Longo è interessante e la provocazione è intelligente...
    Pone un nodo del problema, che è in realtà il punto cruciale su cui la società si scontra da sempre.
    L'Italia è il paese dello scontro sempre e comunque e del muro contro muro: guelfi e ghibellini, monarchici e repubblicani, fascisti e antifascisti, comunisti e anticomunisti, democristiani e antidemocristiani, berlusconiani e antiberlusconiani.
    E' di ieri la notizia che il Ministro Bondi vuole inserire nel comitato tecnico per i festeggiamenti dell'Unità d'Italia dei tecnici di area centrodestra, parliamo di un comitato tecnico che è composto da storici, artisti e presieduto dal Presidente Ciampi.
    Ora, se ne facciamo una questione di destra e sinistra anche dei festeggiamenti dell'Unità d'Italia (1861!!!), figuriamoci cosa esce sul fascismo....
    Anche a me piace la frase citata di Chiara, credo che - non solo - dovremmo praticarla, ma anche farla praticare, dovrebbe diventare un manifesto di vita di tutte le persone civili...

    Michele

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  6. Grande Accio,in un certo senso hai ragione.
    Avere la verità in tasca è una questione complicata... quando ci si incazza tosto con qualcuno ci si arriva in due modi,il primo è pretendendo di aver ragione,e il secondo è la pretesa dell'altro alla ragione. Siccome in entrambi i casi si cementa un muro,forse è meglio partire entrambi dal presupposto della possibiltà di sbagliarsi.
    La qustione ovviamente è più complicata nel caso uno dei due interlocutori se ne sbatta allegramente. Nel caso si arrivi ad un intolleranza l'uso della forza (come reazione) è più che legittimato,così come è legittimato l'essere forti e provare ad imporre il dialogo, cosa che sembra paradossale ma che in realtà è l'unico modo attraverso cui calmare le acque nel terreno della politica internazionale.
    Il punto non accantonare forza e coercizione ma porli ad extrema ratio,anziché a modalità comune.

    Non è facile, come non è facile il de-sviluppo, l'open source,la condivisione dell'elettricità, perchè sono tutte attività fondate sull'accordo di privati per la creazione di uno spazio condiviso ma partendo con un passo prima o poi si arriva al traguardo (o al caput mundi?)

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  7. Ragazzi, ma il fascismo non è la cosa che ha scritto questo Andrea nel suo Post.
    Il fascismo è tutta un'altra cosa, non si può liquidarlo solo come un'ideologia del non rispetto delle idee degli altri.
    Io non posso adesso star qui a farvi una lezione di storia posso solo supplicarvi di leggere qualche libro, basta anche un bigino sul fascismo.
    Questo post è revisionismo puro.
    Chi si dice "antifascista" ha un compito ben più ampio di quello che dice Andrea:
    1) riuscire a ribaltare la logica dell'homo homini lupus, quella sorta di darwinismo sociale che caratterizza il fascismo ma anche il nazismo e oggi ancora in regioni come la Lombardia, il welfare sociale si ispira a tali principi;
    2) il nazionalismo inteso come incapacità di ragionare in una logica di internazionalismo (che invece caratterizza il socialismo);
    3) il razzismo che è un aspetto molto importante nel fascismo italiano
    4) e poi c'è tutta la questione economica del corporativismo e del protezionismo che ritroviamo a tratti anche nei libri di Tremonti.

    Ragazzi, vi prego studiate prima di fare i politicanti che usano i paroloni per nascondere l'ignoranza. Fare politica è molto difficile.

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  8. in risposta a un non meglio determinato "champions":

    1, ho detto e ho scritto "antifascismo è lotta contro ogni oppressione morale e materiale", non totalitarismo, ne sarebbe nata una discussione addirittura interna a noi comunisti...

    2, di solito quando dichiaro simpatie per l'epoca staliniana lo faccio provocatoriamente, ma dovrai ammettere che stalin ebbe il suo ruolo fondamentale per la liberazione dai fascismi di mezza europa (tra l'altro la russia soltanto inviò armi e contingenti in spagna e portogallo)...

    3, ma cos'è questo stato liberaldemocratico??? quello del capitalismo regolato dall'oligarchia dominante??? una sorta di ipocrisia camuffata da buonismo... personalemnte credo che lo stato migliore, ammesso che all'uomo necessiti la forma-stato per la sua felicità, sia quello socialista, unica vera forma democratica (è innegabile!!), il resto è tutto un inganno per arricchire pochi e sfruttare molti...

    4, ciononostante sono e rimango convinto che chiunque aborri ogni forma di neofascismo, sia esso democristiano, liberale, anarchico, socialista, ecc., debba collaborare a costruire un terreno plurale di azione, come questa santissima rete antifascista lecchese...

    hasta siempre,
    nebu

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  9. Chiederei al signor anonimo dove le cose che dice sono escluse da quelle che intendo io. Nel momento in cui si configura come fascista l'imposizione della propria volontà e si sostiene che democratico è il dialogo, a questo punto hai già di fatto messo in luce che le cose che hai rilevato : nazionalismo, corporativismo e razismo.
    Se permetti, prima di invitare altri a "studiare" e implicitamente dargli degli ignoranti, cercherei di domandare se si è capito il concetto e poi fare critica, meglio se costruttiva.

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  10. Mi scuso per il commento precedente ma non tollero che chi non mi conosce mi dia dell'ignorante, a maggior ragione se non ci mette la propria faccia; così rispondo con più calma al Compagno Nebu, ovviamente per i punti 3 e 4.
    Non è per fare il saputello è che vorrei proprio mettere i puntini sulle "i". Per Stato Liberal-democratico si intende un'istituzione fondata sui principi di uguaglianza formale e libertà personale di agire nello spazio pubblico e/o per lo spazio pubblico. Io a questi preferisco aggiungerci la pari opportunità; è un sistema in cui non vengono escluse nè politiche più di destra nè politiche più di sinistra, senza però sfondae mai le barriere dei valori e del rispetto (es. le ipronte digitali sono un "pò" fuori), chiunque si presenti alle elezioni e non ne metta in discussione il concetto è, di fatto, liberal-democratico.
    E no,lo stato socialista dubito che sia democratico, soprattutto perché elimina quelle che sono le libertà personali di autodeterminarsi in nome di una inesistente libertà collettiva. Nebu, fichè penserai che sono i fattori materiali che liberano le persone, paradossalmente farai il medesimo ragionamento che fanno i capitalisti lombardi, più soldi=più felicità. Se i fattori materiali certo sono utili, ancor più certo è che la libertà è una questione di cultura, è la possibilità di andare oltre i propri limiti.
    La forma stato migliore poi, è quella che non c'è, poiché l'uomo non è definibile con singole parole, e la liberal-democrazia è abbastanza flessibile da cambiare politiche senza che per questo debba avvenire una rivoluzione.

    Dopodiché, il discorso sarebbe da approfondire e le poche righe quì sopra di certo non lo esauriscono nè specificano. Del resto è un dibattito che ha (nel complesso) almeno un 1300 anni.

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