8 settembre 2008

FINITA LA FESTA...


E’ finita la prima festa democratica della provincia di Lecco. Sono stati 10 giorni intensi in cui si sono alternate emozioni differenti: dalla delusioni per la scarsa affluenza dei primi giorni al sospiro di sollievo per la partecipazione degli ultimi, dall’amarezza per i forfait dei big (troppi purtroppo!) alla soddisfazione per i dibattiti partecipati. La festa di partito, nonostante il cambio di nome, nonostante la variazione del contesto politico, si conferma un grande momento di aggregazione per chi vi partecipa ma soprattutto per chi la organizza. Lavorando insieme si contribuisce a costruire l’anima del partito, quel partito che continuiamo a dire che va costruito dal basso e per fortuna offre ancora momenti come questi.

Per il partito democratico di Lecco è stata un’occasione per fare un passo in avanti quella coesione di cui avremmo tanto bisogno visti gli appuntamenti elettorali che abbiamo davanti .

Come giovani ci siamo impegnati al massimo, il ritorno non sarà immediato, ne siamo consapevoli, ma era importante far vedere che ci siamo e cercare di “far passare un messaggio” attraverso i video, lo stand, gli striscioni, le magliette ed il dibattito. Ci saremo riusciti? Ai posteri l’ardua sentenza.

Ora abbiamo deciso che è venuto il momento di fare un salto di qualità, in cui dobbiamo crescere e potenziare la nostra capacità di elaborare proposte politiche. Il prossimo appuntamento a breve (sempre di corsa questo non cambia mai!) sono le primarie dei giovani. Di questo argomento avremo modo di parlare diffusamente sul nostro blog per cui mi limito a sollecitare commenti e riflessione sulla festa appena conclusa da parte di tutti.


Chiara

12 commenti:

  1. La festa ha un pregio: quello di assorbirti totalmente, a tal punto che trascuri la lettura dei giornali e non guardi più i telegiornali. Questo rende il mondo che ti circonda un po' più bello, ma meno reale...
    Quando la festa finisce ti ritrovi immerso nuovamente in una melma politica che ti avvolge e che ti fa tanto tanto schifo...
    Allora vedi i fascisti che continuano a fare i fascisti, nonostante siano ministri o sindaci, i demo-rosiconi che danno 10 a Berlusconi pur di continuare nella politica del suicidio, che i debiti di Alitalia li pagheremo ancora noi, alla faccia di Roma ladrona ecc ecc...

    Allora, dal momento che non potremo fare una festa di 365 giorni per non vedere sto schifo, cerchiamo nei 355 giorni l'anno di "non-festa" di contrastarlo.

    Questa è la prima settimana post-festa. Cominciamo bene...

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  2. sì, soprattutto quando una signorina in posa con mille bambini sorridenti al suo fianco annuncia una
    "De-forma" per la quale tutti coloro che vorranno fare gli insegnanti saranno obbligati ad andare in america per prestare servizio nella CIA ed imparare tutto l'essenziale al fine di insegnare Matematica, Scienze, Educazione Civica, Italiano, Grammatica, Disegno, Musica, Ed Motoria, Inglese, Informatica e Seconda Lingua
    A quel punto sì che potranno svolgere la loro

    - Missione Impossibile

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  3. ... è spesso esilarante leggervi.

    A parte avervi visto con la vostra magliettina blu e le faccine tristi ad Osnago, rileggere le solite sparate irreali precotte e confezionate per voi mi fa sorridere.

    Però ammetto che quando vi fermate a pensare e non scrivete banalità avete dei numeri...

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  4. Fatico a credere che una festa Demo possa in qualche modo trasformarsi in un momento di illusione ottica. Certo l’aggregazione, la visibilità, il coinvolgimento, il trabaco, il vivere tanti giorni insieme sono tutti ingredienti che in qualche modo annullano il tempo e riducono la spazio lasciando tutto il resto fuori da questa piccola e incredibile comune. Non è grave, è solo voler essere festa a qualunque costo.
    Il rischio è che questo sottile filo, che ancora ci lega al resto del mondo, ne diventi il nostro unico mezzo di comunicazione. Perché in queste cose siamo bravi e ci riescono anche molto bene.
    Non possiamo però essere sempre un programma stampato, dobbiamo recuperare l’iniziativa politica attraverso antichi e preziosi strumenti di coinvolgimento. L’arte di ascoltare (ottima guida il saggio di Plutarco) e il ritorno ad una discussione libera e di ispirazione semplice e improvvisata ne possono segnare il passo.
    Il dramma è che mentre noi pensiamo a cosa fare da grandi, l'Italia si popola di ombre, grigie figure ne spengono il sole, e ne sbiadiscono i colori. E si liberano i cani, a caccia di prede. Tutto sembra più libero, tutto è concesso e così dilaga la violenza gratuita contro il diverso, con le dichiarazioni ufficiali di esponenti del governo a benedirne le intenzioni. E così a Milano si replica la paura con la strada a far da testimone. Ma questa volta non è per una preghiera, questa volta “è roba da poco”, va da se. E allora via con gli spot a cura della Presidenza del Consiglio, e batte forte il cuore di questo paese in retromarcia. Batte nelle città militarizzate, nei campi Rom tra le impronte dei bambini, nelle stazioni, tra la spazzatura, negli ospedali, nelle periferie, nelle fabbriche.....dove ora tutto è più buio, dove tutto è ancora più nero come il cuore di questo paese.
    Yellow

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  5. Mi ero dimenticato una cosa: con la festa spariscono anche gli anonimi,che puntualmente si ripresentano al ritorno alla vita quotidiana... vabbè, un giorno inizieranno a dire cose intelligenti e utili e poi, magari, si firmeranno anche...

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  6. Ho partecipato con distrazione e stanchezza, visti altri impegni diurni non propriamente rilassanti, a tre serate della "Festa del PD". Non entro in giudizi prettamente personali, non perchè non mi sia fatto un'idea, ma perchè mi riservo di rielaborarla nel tempo (quando di tempo ne avrò...). Credo anche che la mia opinione personale non sia di particolare interesse rispetto allo scopo del post. Credo che per molti non sia un mistero che cosa io pensi del Pd e di che cosa dovrebbe diventare, ma non voglio entrare nel merito, poichè vorrei proporre alcune considerazioni più generali rispetto alla festa, che spero siano accolte in senso di contributo costruttivo, perchè questa è la loro reale intenzione, al di là di rilievi critici. D'altra parte, come ha detto Pierre de Beaumarchais, "dimostrare che ho ragione significherebbe che potrei aver torto." Ma non è appunto nelle mie intenzioni. Aggiungo che se preferite non ascoltare la mia parziale opinione (come non credo, non mi pare sia nei principi ispiratori del forum, ma il mondo è bello perchè vario)...non c'è problema, credo che questi siano gli ultimi giorni di vita del mio vecchio e caro pc (come Lorenzo sa, visto che lo sente boccheggiare per telefono, ogni giorno in maniera più atroce...non credo questa volta riuscirò a rianimarlo, ho già ampiamente oltrepassato la frontiera dell'accanimento terapeutico...)

    Ecco allora alcune osservazioni:

    1. Credo che bisognerebbe dare un taglio netto tra festa dell'Unità e festa del Pd: ho partecipato a rari e circostanziati momenti di passate feste dell'Unità (come il bell'incontro con Monica Maggioni e Alberto Melloni su don Lorenzo Milani)...sarà un caso o uno scherzo della statistica che incontro in giro sempre le stesse persone? L'imperativo adesso dovrebbe essere: allargare la partecipazione, favorire la presenza di nuove persone, ed evidentemente ciò implica un cambiamento (ci può stare che non ci sia il primo anno, spero sia chiaro che guardo avanti).
    2. Credo che la scelta di Osnago come sede dovrebbe essere rivista: è troppo decentrato per una provincia che va fino all'Alto Lago. Gli stessi lecchesi (ed io non ho solo amici di centro-destra) fanno fatica a venirci. So bene che trovare un'altra sede non è facile, d'altra parte a Lecco manca (speriamo non per molto) un polo espositivo, ma non si può nascondere la testa sotto la sabbia. Credo inoltre che su un discorso di maggior qualità dell'evento, al di là della quantità degli appuntamenti, una sede più piccola, possa andare altrettanto bene. Si può anche pensare ad altre forme, come quella di più "piccole sedi" o ad una serie eventi itineranti: in altre realtà fanno così (non solo i partiti), e può essere un modo per essere ancora più vicini alla gente.
    3. Ricollegandomi a sopra direi: Meno quantità e più qualità. Esempio: nella fiera non sempre si capisce il senso degli stand, e la connessione dell'uno con l'altro. Se si vuole fare un'esposizione oltre che una festa, deve essere curata nei dettagli. Altrimenti meglio rinunciare. E' la prima cosa che viene notata dalla gente. Perchè non pensare ad un tema ispiratore della festa, ed in base allo stesso organizzare tutta la parte espositiva, lasciando spazio anche alla società civile, al di là del colore politico? E' chiaro che la qualità implica tempo e risorse. Dirò una cosa impopolare (don't worry, sono abituato), ma non è scritto nel Vangelo che la festa debba essere annuale (Michele, non vorrei toglierti giorni di felicità, ma secondo me se aspetti di più poi è una felicità ancora più grande). Si può pensare ad un percorso biennale o addirittura triennale, in cui il partito si impegni a riflettere e sviluppare un particolare tema di interesse con una serie di eventi (ad esempio terzo settore, oppure nuovi orizzonti per l'economia locale...) ed il tutto si concluda con la festa, con convegni pubblici ed esposizioni ad hoc, di cui questo tema potrebbe essere non il contenuto di tutto, ma il contenitore, la cornice ispiratrice. Se tutto può portare ulteriore incremento alla qualità (che a mio parere su alcuni aspetti già c'è)...perchè no?
    4. In una regione in cui il Pd è largamente forza minoritaria, ma anche in generale, non ci si può permettere (a mio parere) di continuare a fare dibattiti a senso unico: occorre invitare anche esponenti del centro-destra e mettersi in dialogo con loro. Il risultato è il guadagno di tutti ed il maggiore interesse e partecipazione della gente. Non si può andare ad un incontro e sentire alcuni recenti ed importanti provvedimenti della regione Lombardia riassunti (evidentemente con poca cura) dal consigliere dell'opposizione. Si rispettino parti e controparti, e se si ha il coraggio delle proprie opinioni, non si abbia paura di mettersi in dialogo e lasciare la parola a chi la pensa in maniera diversa. Si segua l'esempio del Meeting di Rimini e della recente festa del Pd di Firenze.
    5. Ottima (a mio parere) la scelta dell'Open Source come tema giovanile, argomento innovativo non tanto e non solo nel contenuto, ma nei linguaggi: e se si vuole parlare alle nuove generazioni i linguaggi contano. Mi pare si sia intrapresa una strada positiva che valorizzerei in futuro.
    6. Meno big della politica (che poi non vengono) e più spazio al confronto con esponenti della società civile locale: la gente vuole sentire parlare dei propri problemi.

    Queste sono alcune delle mie riflessioni. Spero possano contribuire in senso positivo al dibattito.

    Enrico Ripamonti

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  7. Complimentoni ai Giovani Democratici per la presenza e le iniziative alla festa. Avete contribuito a colorarla e vivacizzarla, anche nei contenuti.

    Please diffondete l'iniziativa del Master per amministratori pubblici del PD lecchese - quale migliore occasione di incontro, formazione e crescita tra e per i giovani?
    see you soon

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  8. purtroppo non ho potuto venire avendo dovuto ammazzarmi di lavoro per finire la tesi proprio nei giorni della festa. Volevo chiedervi come è andata, e quali big hanno dato il bidone.

    Su alcuni punti di Enrico mi trovo d'accordo (dibattiti con gli "avversari" in primis) mentre boccio totalmente l'idea di non tenere annualmente la festa: pura follia, si rischierebbe davvero di sparire dal territorio!
    Stefano Riva

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  9. Per rispondere a Stefano i big che non sono venuti sono nell'ordine:
    Rosy Bindi per gravi motivi personali
    Mario Adinolfi che avrebbe dovuto intervenire al nostro dibattito ma ha preferito andare a Firenze ma che è stato + che degnamente sostituito dal trio dei blogger della Brianza (Roberto Rampi e Mattia Carzaniga di Vimercate e Marco Lamperti di Monza)
    Piero Fassino che ha bidonato quasi 200 persone che hanno partecipato al pranzo con Fassino senza Fassino (fortunatamente avvisate il giorno prima)
    Nicola Latorre che avrebbe dovuto essere intervistato da Monica Maggioni domenica 7.
    Da ultimo anche io concordo con alcune delle osservazioni di Enrico che sono un buon punto di partenza per partire a pensare qualche necessaria innovazione per le prossime feste democratiche.
    Comunque al di là delle faccine tristi (più che altro stanche!) la festa è andata bene.

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  10. Specifico rispetto alla biennalità:

    1. L'anno in cui non fai la festa provinciale, non è che non devi fare nulla in toto. Magari promuovi 3 eventi mirati e pubblicizzati sul territorio (che ne so, sparo: un concerto con un buon nome, un convegno con un politico che venga non in una fiera ma in una piazza, una mostra itinerante su un certo tema in collaborazione con qualche realtà della società civile sul territorio...) in modo tale che non sparisci, ma sei presente in modo diverso. In più magari promuovi questi appuntamenti a Colico, o che ne so, Calolzio, e lo fai di intesa e collaborazione con il Pd di Bg o So, in modo che crei più contatti, fai circolare le idee e ti rivolgi ad un pubblico più ampio...quindi non perdi un anno a vuoto (il che, ovviamente, sarebbe sciocco)...
    2. fare la festa (almeno) biennale vuol dire che hai più risorse, più tempo per incrementare la qualità, più occasioni per pubblicizzarla e creare anche un senso d'attesa, in modo tale che non sia la solita cosa (pur lodevole, per carità) di fine estate, ma un momento che il territorio attende e che ha peso e autorevolezza. In più ti dà modo di avere tutto un percorso alle spalle per cui la festa non è un appuntamento in sè, ma il culmine di un certo percorso fatto appunto sul territorio.
    3. In più secondo me la proposta avrebbe senso se rendessero anche la festa nazionale biennale, ed alternata con quella locale. In questo modo si darebbe più linfa, più qualità, più pubblicità e grandezza (e si spera partecipazione e diffusione, anche nei media) ad entrambe (sia nazionale che locale).
    4. L'anno che hai la festa nazionale quindi, i comitati provinciali(anche dei giovani) , li inviti ad andare lì, all'appuntamento nazionale. In questo modo crei più connessioni, più legami, fai circolare più idee...magari lì alla festa nazionale ci piazzi la Summer school come occasione di formazione. Inoltre fai il tutto in un luogo di vacanza (che ne so...al posto che Firenze, Forte dei Marmi...sparo visti i prezzi...), in modo che i giovani possano farsi insieme una settimana di vacanza e concerti (visto che ormai non si riesce a far di più) e anche di partecipazione e di formazione...magari fai anche delle convenzioni con il territorio per qualche sconto (così anch'io forse riesco ad andare a Forte dei Marmi...).
    5.L'anno dopo la festa nazionale non c'è, ma la realtà provinciale ha più peso, più attenzione, magari i big ci vengono...Ed inoltre hai giovani ancora più formati e che hanno fatto l'anno prima un'esperienza comune e di confronto con quelli delle altre province.

    E così crei un ciclo di alternanza tra festa della realtà locale e nazionale in cui fai crescere entrambe, crei dei percorsi e non solo degli eventi, usi meglio i media e le tue risorse e promuovi appuntamenti di maggior risonanza, peso e autorevolezza sia nel locale sia nel nazionale.

    Poi io non sono un politico (e ben me ne guardo), non so se hanno i loro schemi preconfezionati...però quando sei sotto e non di un punto percentuale...forse conviene anche rischiare...

    Enrico Ripamonti

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  11. Ho visto le foto dell'"Aldo Serena" dei Giovani Democratici. La metamorfosi di un giovane padano alle prese con un cambio di bandiera.
    Appiani, torna alla sorgente del Po...ti aspetto con l'ampolla in mano!

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  12. caro anonimo, non so chi tu sia e a quale serata tu sia venuto,
    ma io ho lavorato alla festa tutte le sere, e di sicuro ti ho sorriso, ho sorriso sempre!
    baci
    Francesca

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